venerdì 21 dicembre 2012

sono una persona orribile

Sì, lo sono e me ne vergogno.
Sentite cosa ho combinato ieri.

Premessa: ho una carissima amica d'infanzia che di mestiere fa l'ostetrica. Ha la mia età , cioè 36 anni.
Amica ostetrica, detta  "Josephine la sanguinaria" (soprannome datosi lei stessa, da quando un giorno venne a farmi un prelievo a domicilio e io svenni sul mio divano, lei si spaventò e si diede questo rincuorante soprannome) ha già una figlia di ben...15 anni. Anzi, 16 il mese prossimo. Se per mia madre e la sua generazione avere una figlia a 21 anni era la cosa più normale , per noi nati negli anni 70 era uno scandalo. Capitò, fece scalpore ma un bel matrimonio riparatore (negli anni 90 era ancora la prassi) mise tutto a tacere.

Josephine lavora non nell'ospedale della mia città ma in un altro a 20 km da qui. 
Quando l'anno scorso rimasi incinta fu palese e sottinteso che mi sarei rivolta a lei per farmi assistere appieno in tutta la mia gravidanza. 
Ricordo quando le dissi che cercavo un bimbo. Ricordo le pastiglie di acido folico che mi procurava. Ricordo che la mattina in cui il test di gravidanza segnò la doppia linea le mandai subito l'mms dello stick.
Due minuti dopo mi telefonò: "Ti ho prenotato la prima visita ostetrica, la traslucenza nucale e la morfologica, vai subito a farti scrivere le impegnative!" 
Mi ha seguita in tutto e per tutto per ben...un mese e mezzo, poi si sa, è andata come è andata.

Ora sa che io Rhett stiamo di nuovo inseguendo la cicogna. Mi ha consigliato nuovi integratori e ..."costanza e disciplina"...(detto tra le risate che solo due amiche d'infanzia possono fare)

Ieri sera ci siamo ritrovate a cena a casa mia, io , Josephine e AmicaBancaria, anch'essa amica d'infanzia e di paesello , siamo il magico trio, o "le tre dell'Ave Maria" come si dice da queste parti.
Era da un mese che non ci si vedeva per varie vicissitudini, più che altro legate al recente lutto di Rhett, e per noi abituate a vederci tutte le settimane un mese è tantissimo!
Ho aperto la serata con l'annuncio : "ho un sacco di gossip!" e giù a snocciolare cose del tipo  amica C è incinta del terzo, amica M ha partorito due giorni fa...quella si è sposata in comune l'altra lo stesso giorno e alla stessa ora ma in Chiesa e i figli avuti da due padri diversi le hanno portato gli anelli.... cose così, ma non sono pettegolezzi eh! Si chiamano "scarico di aggiornamenti" ... 

Ad un certo punto amica Josephine prende la parola e dice: "Anch'io ho un gossip...aspetto il secondo! "
Penso ad uno scherzo, ma lei è seria. Oddio. Ho uno svarione. La notizia mi lascia di stucco , anche perchè  la primogenita ormai è pienamente adolescente e in tutti questi anni non ha mai accennato alla volontà di allargare la famiglia. 
Presa dallo shock, il mio cervello genera una risposta stranissima, d'istinto la mia affermazione è stata: 
" NOOO!! E CHI MI ASSISTE ADESSO?????"
Rendetevi conto, l'amica d'infanzia mi viene a dire che è incinta e invece di essere contenta  me ne esco con la frase più egoista che potessi concepire.
Fortunatamente mi sono ravveduta subito e l'incredulità ha lasciato il passo alla felicità , alla gioia e alla festosità.
Anzi , il suo frugolino nascerà a Giugno, e mi ha incentivato affinchè mi possa impegnare nel dargli subito un amichetto coetaneo, magari nato nello stesso anno come noi due.

Ma io continuo a pensarci, come ho potuto dire una cosa del genere? 
Come ho potuto essere così egoista?
La risposta mi è venuta veramente istintiva, senza filtri, quindi è stata proprio la prima cosa che ho pensato. Ho pensato subito al MIO svantaggio, che non potrò affidarmi pienamente a lei per farmi seguire in tutte le fasi. Ho pensato all'appoggio che A ME verrà a mancare, anche se lei mi rassicura del contrario. Ma lei ora ha mansioni molto limitate dato il suo stato. Non è operativa al cento per cento. E anche dopo che avrà partorito  come potrà garantirmi la sua disponibilità totale e immediata se anche lei avrà a che fare con un esserino che dipende completamente da lei? 
Ecco tutte queste cose sono state elaborate dal mio cervello in un infinitesimo di secondo e si sono condensate in quella  frase tremenda.
Ho pensato prima a me che alla sua bella notizia , quindi vuol dire che sono egoista veramente?
Continuo a pensarci e a tormentarmi.
Come ho potuto?

lunedì 17 dicembre 2012

oratori

Oggi sono stata invitata ad un battesimo. Il bimbo è figlio di un cugino di Rhett.
Nonostante il parentado fosse di Rhett, sono stata benissimo, con i suoi cugini e i suoi zii vado daccordo , abbiamo piacevolmente chiacchierato tutto il pomeriggio . Inoltre per una serie di incroci di conoscenze la madrina del bimbo era una mia collega. Quindi , mentre Rhett , in mezzo ai SUOI parenti, si annoiava ,io non sapevo più dove girarmi per chiacchierare .  A dire la verità io in questi eventi ci sguazzo, mi piace sentire le ultime novità da tutti...
Il ricevimento si è svolto nella saletta dell'oratorio adiacente la Chiesa.
La zia di Rhett -zia Olly-  nonna del bimbo battezzato, si è fatta veramente in quattro per abbellire suddetta saletta, ha creato dei festoni ritagliando cerchi dalle bottiglie di plastica colorate, ha appeso al muro  coreografie di fiori con i fondi delle bottiglie di plastica e creato finti rami di fiori per i centrotavola utilizzando i fondi dei portauova di plastica, ricoperti di velina gialla. Dei capolavori. Tutto poi è stato abbellito da vivaci tovaglie gialle e piatti e bicchieri arancioni. Palloncini appesi ovunque hanno contribuito a creare l'atmosfera di festa.
Hanno fatto benissimo a scegliere una saletta del genere, primo per la comodità, di fianco alla Chiesa e poi per l'economicità, già eventi di questo tipo sono una salassata per una famiglia. (Penso se dovesse capitare a me e a Rhett, dove troveremo i soldi per fare una festa del genere? Mamma mia...)
Premetto che più le occasioni sono informali e più mi piacciono, e penso che le location più chic facciano tanto festa ingessata. Sono stata benissimo e a mio agio. La mia riflessione però è un 'altra.
Guardavo quella saletta, così uguale a tante altre sale di oratorio viste in giro. Come sarebbe stata senza tutti quei bellissimi addobbi della zia Olly? Una saletta squallidissima, pavimenti di marmo puntinato vecchissimo, serramenti stravecchi , porte alte con addirittura il vetro sopra gli stipiti delle porte.  Muri che hanno conosciuto imbiancature migliori...sedie risalenti ai tempi della mia nonna.
Insomma , squallore puro. 
E quello che mi ha sconcertato è che mi sembrava normalissimo. era una situazione da oratorio. Era una saletta "tipica", era ciò che mi aspettavo da un oratorio.
Ora che ci penso io nella mia poca esperienza a riguardo non ho MAI visto oratori che non fossero squallidi così.
Sarà per questo che da piccola odiavo andare all'oratorio? O forse appunto perchè lo odiavo li vedo tutti brutti? Ma SONO brutti!! 
Eppure basterebbe così poco per renderli più accoglienti!!

martedì 11 dicembre 2012

decluttering (o di ciò che è saltato fuori dagli armadi , e non solo, di mia suocera)

Oggi grande appuntamento in casa del papà di Rhett con mia cognata e zia Carluccia, sorella della mamma di Rhett, per il grande evento dello svuotamento dell'armadio.
Premesse:
  • Non dimentichiamo che Suocera era una donna tanto buona e apprensiva verso i suoi cari , ma terribilmente suonata e piena zeppa di fissazioni assurde.
  • Cognata e zia Carluccia sono , a differenza di me, due persone pratiche , veloci , organizzatissime e con la passione sfrenata per il riordino degli armadi, lo fanno anche su commissione per amiche e parenti (pazze!)
  • Suocera, appunto, era dedita all'accumulo compulsivo , anche se poi si vestiva sempre con le solite due cose.
Dopo quattro ore filate e ininterrotte  per svuotare di buona lena solo due ante dell'armadio  , ecco i risultati :


  • Due sacchi pieni di roba da dare alla Caritas, maglioni che nessuno vuole, camicie da notte, canottiere, vestiti, pantaloni.
  • Due sacchi pieni di roba da buttare, in quanto rotta, lacerata, rattoppata in malo modo.
  • Una serie infinita di cose vecchie, pannolini vecchi, grembiuli da casa interi che usava appena sposata, copricostumi di spugna che usava quando portava i bambini al mare (i "bambini" hanno 46 e 44 anni)
  • Una lunga serie di camicie a cui lei tagliava "il collo" perchè  diceva di sentirsi soffocare , e tagliava il collo anche alle magliette di suo marito, che sono quindi inutilizzabili. Aveva questo vizio anche per le magliette dei figli, per fortuna le ire di cognata l'avevano convinta a desistere.
  • Una lunga serie di pantaloni "da casa", suoi e di suo marito , a cui toglieva qualsiasi accenno di elastico in vita , perchè "danno fastidio", decideva lei quello che dava fastidio o no, nessuno poteva esprimersi. Risultato, tutto da buttare.
  • Federe senza bottoni, i quali venivano preventivamente rimossi perché il cuscino vi "soffocava" dentro.
  • Lenzuola di lino con pizzo di Cantù, bellissime e di cui Cognata ed io ci siamo già appropriate, peccato che Suocera non le avesse mai lavate in vita sua, e avessero i lati marroni dalla tanta polvere depositata. 
  • Sono poi spuntate anche cose bellissime, ancora confezionate e mai aperte, quali lenzuola nuove, asciugamani ricamati e non, molto belli e colorati. Perchè non li ha mai usati? Perchè usare sempre le stesse cose lise e rattoppate e lasciare nell'armadio tutto quel ben di dio?
  • Suocero fortunatamente non faceva resistenza, anzi era felice di tutte queste pulizie e aggiungeva stracci al sacco da buttare, c'erano un sacco di lenzuola lacerate appallottolate tra il muro e la lavatrice perchè lei diceva che avrebbero ammortizzato le vibrazioni della lavatrice... (?)

Abbiamo poi dato un'occhiata (solo un'occhiata) ai pensili della cucina , promettendoci un nuovo appuntamento per proseguire. Anche qui le manie di mia suocera erano evidenti: sacchetti di caramelle vuoti e piegati e infilati a loro volta  in altri  sacchetti vuoti, tipo matrioske. Il perchè non è dato sapere. 
Scatole di latta dei biscotti conservate vuote. Vaschette di plastica riempite con fogli assorbenti polverosissimi dove teneva olio e aceto. Una serie infinita, tra il mobile e la finestra, di sacchetti di plastica piegati, che hanno ormai raggiunto altezza uomo.
Il top del top è stato un bicchiere ormai grigio dove lei teneva gli stuzzicadenti usati per gli involtini, con ancora i pezzi di carne attaccati!! Bleaaah! Quello è volato direttamente in pattumiera, senza aspettare.
Suocera aveva poi tappezzato casa di santini e altarini alla Madonna , con tanto di fiorellini finti pieni zeppi di polvere e ragnatele. Santini infilati nelle cornici degli specchi, ovunque, persino nel pensile della caldaia abbiamo trovato delle medagliette dei santini.
La tenda della cucina poi era vecchissima e troppo lunga per quelle finestre corte, quindi aveva ben pensato di avvolgerne le estremità in due sacchetti del pane !!!
In sala poi già pregustiamo il momento in cui "libereremo " una poltrona inaccessibile: da sempre ivi giacciono una pila di quotidiani risalenti al 1998 che nessuno ha mai potuto toccare. Sempre sullo schienale della poltrona stessa campeggiamo ritagli di giornale raffiguranti il Papa attaccati direttamente con lo scotch . Sì avete letto bene, attaccate con lo scotch direttamente sullo schienale della poltrona. 
Ho dato una descrizione abbastanza orrorifica delle sue manie? Sì? 
Ne manca una che ho scoperto solo oggi. Stavamo guardando alcuni dei quadri appesi in corridoio. Alcuni sono molto belli, dipinti dal marito di zia Carluccia . Ad un certo punto il nostro sguardo si sofferma su un quadro dipinto da un lontano parente di mia suocera. Il quadro è stato coperto da un calendario del 2011 con ritratti i nipotini, figli di Cognata. Come ha fatto mia suocera ad attaccarlo? Semplicissimo, ha preso una puntina e HA BUCATO la tela del quadro !!!Non solo, ha anche pensato bene di fissarne i bordi, sempre alla tela , con lo scotch!!! Coprendo e rovinando per sempre l'albero dipindovi sotto.
Stavo per svenire... 

sabato 8 dicembre 2012

basta non dirlo!

Collega Princess,  (detta così perchè è carina,  ha un nome da principessa e si atteggia pure da tale) è fidanzata con un poliziotto, vestito da rambo ma con la faccia da buono. Entrambi lavorano in aeroporto.
Collega FrangiaNera è fidanzata con Bananone (detto così perchè veramente ha la schiena curva e la pancia in dentro e sembra una banana...) un ragazzo che lavora per una società che fa supervisione per conto di alcune compagnie aeree. Entrambi lavorano in aeroporto.
Tutti e quattro lavorano in aeroporto.

Collega FrangiaNera è a casa in maternità. Aspetta una bimba. Tutti felici. Tutti contenti.

Un giorno Collega Princess riceve una telefonata sul cellulare. 
"Ciao Princess, sono Bananone, mi sono fatto dare il tuo numero di cell da Collega  Tizia..."
"Ah, sì dimmi"
"senti volevo dirti...ehm..cioè chiederti..."
"Cosa?"
"Non è che vorresti uscire con me?"
"..."
"Ehm..."
"Scusa Bananone? Ho capito male?"
"No, mi piaci e vorrei uscire con te"
"Scusa Bananone, forse non ti è molto chiaro, io sono fidanzata con RamboBuono e tu aspetti una bimba da FrangiaNera!"
"Lo so... e va beh...che problema c'è...BASTA NON DIRGLIELO!!"



venerdì 7 dicembre 2012

cenere eri e cenere ritornerai

Lentissimo ritorno alla normalità.
Lentissimo nel senso che per Rhett qualcosa è cambiato per sempre, la lacerazione provocata dalla  mancanza della sua mamma purtroppo mai si rimarginerà.
Oggi è rientrato al lavoro . Non ne vedeva l'ora, in effetti dopo un mese passato al capezzale della madre dentro e fuori dall'ospedale  tornare alla solita routine, tra solite mansioni e soliti colleghi gli può fare solo bene.
La scorsa settimana è stata da panico, veramente. 
L'ospedale ci ha chiamati alle ore 1,40 della notte tra martedì e mercoledì. Rhett era appena tornato a casa dall'ospedale molto agitato e con dei brutti presentimenti, la mamma era tutto il giorno che apriva gli occhi ma non riconosceva più nessuno, non mangiava da tre giorni e si idratava solo tramite flebo. mascherina di ossigeno e morfina ormai erano le sue compagne fisse da dieci giorni .
Ore 1,40 arriva la fatidica telefonata. Corsa all'ospedale. Buio nel reparto di oncologia. Silenzio. Camminare piano. Non fare rumore. Le infermiere chiamano il cappellano che dà una benedizione alla mamma. Io e Rhett nel buio e nel silenzio dobbiamo svuotare armadietto e comodino di ospedale. Torniamo a casa . Chiamiamo fratello di Rhett. Segue notte insonne.
Mercoledì:  Viene informato il padre di Rhett, ottantenne, il quale apprende la notizia con rassegnazione, ma senza disperazione .Giornata pienissima sotto una pioggia incessante, mattinata passata tra pompe funebri e commissioni inevitabili..
Nel pomeriggio viene aperta la saletta presso l'obitorio dell'ospedale. Rhett, io, cognato e cognata presidiamo tutto il giorno la saletta al freddo e al gelo e accogliamo l'interminabile processione di amici e parenti. Segue Santo Rosario presso la Chiesa Parrocchiale.
Giovedì mattina: altre commissioni e presidio camera mortuaria. Nel pomeriggio funerale.
Venerdì: giornata stand-by, altre millemila commissioni.
Sabato mattina ore 7,30: solo Rhett ed io assistiamo alla cremazione della sua mamma, secondo la sua volontà. Attendiamo per un'ora e mezza in una saletta lugubrissima e puzzolente di stantìo, con le pareti bordeaux e il soffitto nero, solo io, lui e la bara. Cerchiamo di dire delle preghiere, di salutarla l'ultima volta.
Poi ci fanno accomodare in una saletta laterale davanti a un video. Mi dicono che ora staccheranno la targhetta col nome e ci verrà restituita. Chiedo che ci venga restituita anche la croce sopra. Fanno i finti tonti e ci dicono che se proprio la rivogliamo dobbiamo firmare. Certo che la rivogliamo, non permetteremo che venga commercializzata di nuovo, non vogliamo alimentare  un business già abbastanza vergognoso.
Possiamo assistere al tutto davanti a un video piazzato davanti al forno. Vediamo la bara che arriva davanti, vengono tolti targhetta, croce e viti varie, poi lo sportello si apre e io sento arrivare una folata di arrosto bruciato. Mi viene la nausea. Vedo una luce rossa in fondo al forno, la bara viene infilata dentro e spinta a gran forza , poi lo sportello viene chiuso. Chiudo gli occhi e mi scendono delle lacrime. Avremo fatto bene? L'impressione che ne ho avuto al momento è quello di mandarla a bruciare tra le fiamme dell'inferno. ma poi penso che sono solo metafore dantesche che abbiamo in testa.  Il fuoco purifica , no? e poi lo dice anche il Vangelo, cenere eri e cenere ritornerai, o no?
Ce ne andiamo dopo poco, il tutto dura tre ore, ma è inutile stare a fissare un forno chiuso. 
Nel pomeriggio siamo tutti in attesa al cimitero, arriva il pulmino delle pompe funebri e porta l'urna.
La appoggia sul tavolino di vetro. Rimaniamo abbastanza impressionati. L'urna ha forme e dimensioni di una scatola di cioccolatini. Un rettangolo alto pressapoco tre centimetri. La domanda che si fanno tutti è la stessa: tutto lì dentro? siamo sicuri? meglio non farsi ulteriori domande.
Il parentado se ne va, torniamo a casa del papà di Rhett e ceniamo lì assieme al fratello di Rhett, sua moglie e i bimbi.
Guardo mia cognata e penso a tutte le litigate che facevano SEMPRE quando si incontravano, alla tensione che aleggiava quando ci si trovava tutti insieme, alle urla che non venivano mai trattenute, ai loro continui battibecchi , a volte anche pesanti. 
Basta.
Non succederà più.
Il capitolo è definitivamente chiuso.